Metterci la testa

Qualche giorno fa,  ho finito di vedere l'anteprima de " La linea verticale"  serie tv con Valerio Mastrandrea.  I diversi episodi raccontano ciò che affrontano i malati oncologici dal momento in cui viene riscontrato il sospetto di un possibile tumore al momento in cui viene loro comunicato il referto istologico dal quale si capacirà con che bestia ci si dovrà confrontare, quali saranno le prospettive di terapia e che tempi saranno necessari per sapere se lo si è sconfitto o meno. 

Quello che nell'arco delle 8 puntate viene definito come "metterci la testa" che a tratti sembra quasi una frase fatta,  è in termini tecnici, la resilienza ossia la capacità dell'individuo di adattarsi al cambiamento all'evento traumatico o alle difficoltà, trovando dentro di sé le risposte per poter affrontare passo dopo passo, la quotidianità. 

Seppur banale,  è proprio il pasaggio più complicato che il malato oncologico e i suoi familiare assime a lui,sono chiamati a fare : trovare un nuovo significato ai cambiamenti che la malattia comporta e riorganizzarsi in modi nuovi . Metterci la testa significa vivere il presente pienamente e con consapevolezza, senza dare per scontato nulla, accogliendo inevitabilmente anche l'idea della nostra caducità.